“Ascolto, visione, creatività”. Una nuova cultura per educare

200 216 Antonio Lovascio
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di Antonio Lovascio – La Cultura rappresenta la salvaguardia dell’umano”, perché “immerge nella contemplazione e plasma persone che non sono in balia delle mode del momento, ma ben radicate nella realtà delle cose”. In queste parole va colto il filo rosso che lega il messaggio più profondo che Papa Francesco intende consegnare alla Chiesa, sollecitandola a svolgere la propria missione soprattutto nel campo dell’educazione, in dialogo con la società. Spronandola a superare quella sorta di “analfabetismo culturale” (ovvero l’incapacità di leggere il proprio tempo) a volte presente nella sensibilità cattolica. Se, da un lato questo “Patto educativo globale” è profondamente radicato nell’insegnamento del Concilio Vaticano II e del Magistero dei predecessori di Bergoglio, dall’altro, contiene spunti originali nei quali si possono rinvenire risposte concrete anche alle prospettive suggerite dagli esperti dei processi socio-economici e culturali della società di oggi nonché dagli organismi internazionali competenti. 

Un’impostazione che si riflette pienamente nelle linee programmatiche del nuovo Dicastero che accorpa la precedente Congregazione per l’Educazione Cattolica ed il Pontificio Consiglio per la Cultura, affidato a un ancora giovane poeta-cardinale, José Tolentino Mendonça, una delle voci più autorevoli della letteratura portoghese contemporanea, che con entusiasmo si sta ponendo come tessitore di reti culturali all’interno della missione della Chiesa, per costruire – a partire da una visione della persona e della storia – una visione culturale, una visione del destino umano, una visione dell’orizzonte di senso della nostra esistenza. “Cultura ed educazione – spiega il Cardinale in interviste ad “Avvenire”, ad altri Media e perfino sui Social – sono due voci, ognuna delle quali è un locus teologico dove l’umano si capisce in profondità; nella cultura e nell’educazione possiamo davvero cogliere che cosa sia la generatività vitale del Cristianesimo. Non sono strumentali, non sono mezzi per portarci a costruire il cristianesimo altrove: no, il nostro desiderio è costruire la speranza cristiana all’interno del modo educativo, all’interno del mondo culturale».

Card. José Tolentino de Mendonça

Una costruzione che, maturata in questi mesi di organizzazione del nuovo Dicastero, ha già proposto una serie di iniziative di alto profilo. A Venezia, alla Biennale Architettura, è ritornato il Padiglione vaticano «nello spirito di papa Francesco – illustra Tolentino – Guarda cioè al futuro e all’amicizia sociale, nel solco delle encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti: i lavori di Álvaro Siza e dello Studio Albori costituiscono un incontro a metà strada tra l’architettura e la natura; un’architettura mobile, in cammino, partecipativa, fatta di riuso e quindi di restituzione: arte per accogliere la vitalità dell’uomo nel suo quotidiano». Contemporaneamente, a Torino al Salone del Libro, hanno preso il via i dialoghi con il mondo letterario a partire dall’interrogativo “Chi dite che io sia?”, mettendo faccia a faccia Sandro Veronesi e padre Antonio Spadaro. Anche qui seguendo l’insegnamento di papa Francesco: «La Chiesa ha bisogno di narratori, di poeti, di registi capaci di pensare di nuovo la persona di Gesù – prosegue Tolentino –. A partire dallo stesso interrogativo sono previsti dialoghi in tutte le grandi fiere, da Guadalajara a Francoforte, per parlare di Gesù assieme agli scrittori proprio là dove il libro è protagonista ». Ci saranno poi le iniziative del Dicastero per la Cultura e l’Educazione in occasione degli anniversari di Pascal e della Collezione di arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani, a giugno, e ad agosto la Gmg di Lisbona, «un fatto educativo globale» dove si terrà, con la partecipazione degli studenti e dei docenti, un confronto sul ruolo e le prospettive delle scuole cattoliche, oltre a un incontro del Papa con il mondo della cultura portoghese e internazionale.

L’educazione, dunque, in primo piano. Partendo da un’amara realtà: la chiusura di tante scuole cattoliche. “Una scuola chiusa – sottolinea il cardinale-scrittore – è una parte di Chiesa che diventa inattiva. La crisi della vita religiosa, il declino dell’educazione cattolica, il venir meno delle forze di tanti istituti religiosi sono tutte varianti di questo di questo problema. Dobbiamo trovare insieme le soluzioni: per questo occorre motivare la rete cattolica, anche quando il progetto non sembra più sostenibile. Si possono condividere le responsabilità, anche dei fallimenti, però la Chiesa non può disertare il campo educativo: da una parte perché è una presenza vitale della sua storia di evangelizzazione, dall’altra perché la Chiesa ha ancora in sé le forze e le possibilità di riorganizzare le diverse strutture per farle diventare più aggiornate e più forti, con più capacità di riai bisogni della vita delle famiglie contemporanee”.

Siccome questo è un tempo di ascolto, non manca l’invito a prestare attenzione pure ad artisti e scrittori che apparentemente sembrano interessati solo all’effetto e al clamore che possono suscitare le loro opere, senza che sia possibile cogliere un’ispirazione così attenta all’umano. Il loro ruolo è aiutarci a leggere criticamente il momento presente. La loro opera nasce nel silenzio e noi sappiamo che l’arte che sopravvive nel tempo è proprio quella che si apre al mistero. “ Il cattolicesimo è abbraccio all’universalità nella diversità: per questo papa Francesco usa immagini come il poliedro e rimarca come l’armonia possa riuscire a mantenere le differenze. E perfino i conflitti”.

Tolentino non si sottrae al dibattito culturale che guarda con preoccupazione alla tecnologia in movimento, e in particolare a quell’intelligenza artificiale: “Anche qui è necessario un confronto educativo e culturale con la modernità. Non possiamo escludere la tecnologia, ma dobbiamo essere ben coscienti che il nostro compito è fare sì che essa diventi un alleato dell’umano e dei grandi valori dell’umanesimo, il grande antidoto contro le distopie: occorre il rafforzamento dell’educazione, del pensiero politico e della cultura”.

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Antonio Lovascio

Tutte le storie di: Antonio Lovascio