di Carlo Parenti · San Giovanni Paolo II –di cui non si può dimenticare lo sforzo di evitare nel 2003 l’invasione americana dell’Iraq- nel suo Angelus del Capodanno 2002, aveva detto: “Forze negative, guidate da interessi perversi, mirano a fare del mondo un teatro di guerra, occorre rispondere con la logica della giustizia e dell’amore […] A tutti dico: dobbiamo opporci con fermezza insieme alla tentazione dell’odio e della violenza, che danno solo l’illusione di risolvere i conflitti, ma procurano perdite reali e permanenti. Il perdono, invece, che potrebbe sembrare debolezza, presuppone una grande forza spirituale e assicura vantaggi a lungo termine.”
Papa Francesco, di fronte della ingiustificata e ingiustificabile invasione russa dell’Ucraina, il 21 marzo scorso ha riaffermato la contrarietà vaticana contro la guerra e contro la spesa per le armi (vedi): “Perché farci la guerra per conflitti che dovremmo risolvere parlandoci da uomini? Perché non unire piuttosto le nostre forze e le nostre risorse per combattere insieme le vere battaglie di civiltà: la lotta contro la fame e contro la sete; la lotta contro le malattie e le epidemie; la lotta contro la povertà e le schiavitù di oggi. Perché?” Per Francesco, “certe scelte non sono neutrali: destinare gran parte della spesa alle armi, vuol dire toglierla ad altro, il che significa continuare a toglierla ancora una volta a chi manca del necessario. E questo è uno scandalo: le spese per le armi […] bisogna creare la coscienza che continuare a spendere in armi sporca l’anima, sporca il cuore, sporca l’umanità“.
Osservo che per Stefano Zamagni- presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali- “se solo il 10% della spesa militare globale, pari a circa 1700 miliardi di dollari all’anno, venisse dirottata su una Agenzia (indipendente) Internazionale per la Gestione degli Aiuti ai popoli bisognosi, nell’arco di un decennio le attuali diseguaglianze [economiche] strutturali potrebbero venire sanate”. Come non ricordare anche la profezia di Isaia cara a Giorgio La Pira “Spezzeranno le loro spade per farne aratri, trasformeranno le loro lance in falci. Una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione; contro un’altra nazione non impareranno più l’arte della guerra. (Isaia 2, 4) . Solo poesia? Solo ingenuo sogno? O realistico piano per la salvezza del creato?
Il Papa il 24 marzo scorso ha fermamente ribadito i citati concetti (vedi) “La storia degli ultimi settant’anni lo dimostra: guerre regionali non sono mai mancate, per questo io ho detto che eravamo nella terza guerra mondiale a pezzetti, no? un po’ dappertutto, fino ad arrivare a questa, che ha una dimensione maggiore e minaccia il mondo intero. Ma il problema di base è lo stesso: si continua a governare il mondo come uno ‘scacchiere’, dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a danno degli altri.” Io mi sono vergognato quando ho letto che non so, un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il due per cento del PIL nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta [succedendo] adesso … la pazzia, eh? La vera risposta, come ho detto, non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo, non facendo vedere i denti, come adesso, no? un mondo ormai globalizzato, un modo diverso e di impostare le relazioni internazionali.
Peraltro, questo discorso papale è stato vergognosamente minimizzato, non citato, se non addirittura censurato sulla stampa o le tv. Un deputato e giornalista italiano -Michele Anzaldi- e non solo lui, (vedi) ha scritto: ”Ieri il Tg1 ha censurato Papa Francesco: nessuno spazio né alle 13.30 né alle 20 alle sue dure parole contro le armi e la guerra. Un caso senza precedenti, mai il tg di Rai1 aveva negato spazio addirittura al Santo Padre. Che succede al tg della rete ammiraglia Rai?”. Anche la cerimonia di consacrazione di Ucraina e Russia “al cuore immacolato di Maria” –ispirata dal segreto di Fatima- è stata poco o niente riferita (ho seguito alcuni telegiornali della sera: ad esempio dal ‘TG LA7’ silenzio assoluto). È proprio il caso di citare una frase di Francesco “Abbiamo smarrito la via della pace e con vergogna diciamo: perdonaci, Signore. Abbiamo bisogno della forza sapiente e mite di Dio, che è lo Spirito Santo. Abbiamo bisogno dello Spirito d’amore, che dissolve l’odio, spegne il rancore, estingue l’avidità, ci ridesta dall’indifferenza”.
Ma questo fastidio per l’ansia di giustizia papale è diffuso nel mondo occidentale. Per il New York Times “Il Papa ha accuratamente evitato di nominare l’aggressore, il presidente russo Vladimir Putin, o anche la stessa Russia” e aggiunge che “gli storici affermano che il Pontefice rischia di scivolare fuori dalla sua elevata base morale e in uno spazio oscuro occupato in modo prominente da Pio XII, il Papa in tempo di guerra che evitò di parlare in modo critico di Hitler”. Proprio una stupidaggine.
In verità però Francesco sta operando, senza abbandonare gli aggrediti come troppe volte accadde negli anni precedenti la Seconda guerra mondiale, per il negoziato, ma per questo è necessario che parallelamente la “buona politica” riprenda il bandolo della matassa nelle proprie mani senza sottomissioni a quello che il Papa definisce il “potere economico-tecnocratico-militare.
Penso anche allo storico Franco Cardini che afferma (vedi): “Lavoriamo per la pace, dunque. Ma facciamolo con realismo, senza piagnistei e senza isterismi manichei. Manifestare per la pace ma al tempo stesso ‘schierarsi con l’Occidente, senza se e senza ma’, significa solo contribuire a correre a passo di carica verso una prosecuzione e un allargamento del conflitto che non può giovare a nessuno. Le guerre, le perdono tutti”.
Chiudo rinviando a due siti ricchi di dati sulle spese militari globali pari annualmente a circa 2000 miliardi di dollari (vedi) e sui conflitti- ad alta e soprattutto a bassa intensità- oggi in corso nel mondo (vedi) che vedono coinvolti ben 70 Stati e 1502 tra milizie-guerrigliere, gruppi terroristi-separatisti-anarchici.