Andrea Drigani ricordando la visita di San Paolo VI ad Anagni, in omaggio a Celestino V e a Bonifacio VIII, invita a riflettere sull’autorità del Romano Pontefice che attende l’obbedienza di amore di tutti i fedeli. Giovanni Campanella col volume di Antonio Bevacqua presenta la preistoria del sistema tributario e del suo rapporto con il bene comune che in qualche modo si ritrova fin dall’antichità. Dario Chiapetti recensisce la recente versione italiana di un saggio di Sebastian Brock sulla teologia battesimale nella tradizione siriaca per favorire la comprensione unitaria del mistero di Cristo e dell’inserimento dell’uomo in esso. Stefano Liccioli alla luce dell’Esortazione Apostolica «Christus vivit» ribadisce il ruolo essenziale dell’istituzione scolastica nella formazione dei giovani, anche se si devono risolvere alcune criticità che ne impediscono il pieno impegno educativo. Leonardo Salutati propone delle considerazioni sul contributo dei cristiani alla politica, da ricercare, tenuto conto della lezione di San Tommaso d’Aquino, nel realismo e nella cultura della mediazione e della moderazione. Antonio Lovascio annota sugli appunti di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI circa gli abusi della pedofilia e il collasso morale del ’68, anche alla luce della complessa azione di Papa Montini. Francesco Romano illustra la nuova normativa canonica a tutela della vita comune propria degli istituti religiosi, minacciata da assenze illegittime che minano il fondamento stesso della consacrazione religiosa. Gianni Cioli richiama l’opera della teologa domenicana Antonietta Potente, con speciale riferimento alla similitudine tra «ethos» e «oikos», che fa emergere il concetto di relazione come base dell’etica. Francesco Vermigli osserva come il Sacramento della Penitenza, donandoci la grazia di Cristo, sospinge anche a vivere la vocazione di ogni battezzato verso la santità. Stefano Tarocchi dalle storie parallele, contenute nel Vangelo di Giovanni, della «tunica» e della «rete» intonse ed indivisibili vede emergere il mistero di Cristo unico operatore di concordia e di pace. Alessandro Clemenzia prende spunto dal saggio di Emidio Campi per rammentare il significato autentico, storico e teologico, della «reformatio ecclesiae», anche nella prospettiva attuale della recezione del Vaticano II. Giovanni Pallanti nei commenti sull’incendio di Notre-Dame, indicata più come «monumento» che come «chiesa», intravede una sorta di oscuramento alle origini giudeo-cristiane dell’Europa, che rischia di divenire solo un mercato senza valori. Carlo Nardi si sofferma sull’evoluzione della vendetta, che nell’Antico Testamento viene limitata e che nel Nuovo viene eliminata e sostituita dalla preghiera per i nemici.