Andrea Drigani con un soliloquio sulla «provida sventura» propone alcune considerazioni teologali intorno alla pestilenza del coronavirus. Giovanni Campanella invita alla lettura di un libretto scritto da due sacerdoti, Emiliano Antenucci e Aldo Buonaiuto, che offrono una riflessione sull’invidia, un vizio capitale antico e nuovo. Carlo Parenti in questi giorni difficili e complicati rammenta l’invito del venerabile Don Giulio Facibeni a vivere sempre nella carità divina. Mario Alexis Portella osserva che la pandemia richiama l’attenzione sul ruolo economico del regime cinese causato, tra l’altro, dagli intensi rapporti commerciali dell’Occidente, incurante alla violazione dei diritti umani. Gianni Cioli nella consapevolezza che «tutti siamo sulla stessa barca nella stessa tempesta» ritiene che la «metànoia», cioè il cambiamento del modo di pensare e di amare, sia il miracolo che dobbiamo implorare oltre le devastazioni del covid-19. Francesco Vermigli in margine a recenti strane polemiche, ripresenta l’Enciclica «Sacerdotalis caelibatus» di San Paolo VI dove, all’insegna dell’«et et» cattolico, si precisa che il celibato sacerdotale non è un dogma, ma la Chiesa latina lo ritiene conveniente e perciò lo preferisce. Stefano Tarocchi per questa Pasqua 2020 riflette, con la Lettera agli Ebrei (letta nella Liturgia del Venerdì Santo), sulla perfezione sacerdotale di Gesù nell’obbedienza al Padre e nel sacrificio, che ha santificato il popolo di Dio rendendolo partecipe della Sua obbedienza e della Sua offerta. Carlo Nardi dalle narrazioni dei Vangeli apocrifi e dalle tradizioni medievali illustra la storica devozione a Sant’Anna, il cui nome in ebraico ci rimanda alla «grazia» e alla «consolazione». Antonio Lovascio rileva che l’emergenza sanitaria e sociale provocata dal coronavirus, ha suscitato in Italia una grande solidarietà, diversamente dall’Europa che se non esprime solidarietà rischierà di affondare. Alessandro Clemenzia recensisce il libro di Luigino Bruni su quella idolatria economicistica che trasforma le persone in individui, a scapito di una seria economia riconosciuta dalla Sacra Scrittura. Francesco Romano annota sul riconciliarsi con Dio e sui modi straordinari di celebrare il sacramento della Confessione, tenendo anche conto del «Catechismo della Chiesa Cattolica» che in caso di impossibilità invita i fedeli a rivolgersi a Dio con animo contrito e con il proposito di ricevere il sacramento della Riconciliazione appena sarà possibile. Giovanni Pallanti con il volume di Paolo Borruso fa memoria del massacro di duemila cristiani avvenuto in Etiopia nel 1937 ad opera delle truppe italiane comandate da Rodolfo Graziani, una pagina tragica del rapporto tra Italia, Chiesa cattolica e Chiesa etiopica. Leonardo Salutati dinanzi alla grave congiuntura economica, che si prospetta dopo la pandemia, sottolinea l’attualità della lezione di John Maynard Keynes e di Federico Caffè per un’«economia degli affetti, non delle regole». Dario Chiapetti introduce al testo di Pietro Maranesi che con accuratezza scientifica ed apertura teologica, attraverso due autografi, ripercorre l’amicizia tra San Francesco e frate Leone. Stefano Liccioli espone gli elementi principali del messaggio di Francesco per la Giornata Mondiale per la Gioventù che invita i giovani a non stare al balcone, ma ad alzarsi, sognare, rischiare, impegnarsi per cambiare il mondo. Nella rubrica «Coscienza universitaria» si tratta delle difficoltà del mondo del lavoro prodotte di una spietata «deregulation», che forse, anche in conseguenza delle tragiche circostanze che passiamo, potrebbe cessare.