Pietro Leopoldo di Toscana: un illuminista critiano
di Giovanni Pallanti • Eugenio Giani, attuale Presidente della giunta toscana, ha sempre avuto come modello di riferimento il Gran Duca Pietro Leopoldo d’Asburgo- Lorena a cui ha dedicato un libro uscito in questi giorni (ed. Giunti) sul Granduca delle Riforme.
Quello che si scopre sfogliando il volume di Giani è il grande contributo allo sviluppo e all’affermazione della civiltà fiorentina e toscana voluta da Pietro Leopoldo (Vienna, 5.05.1747- Vienna 1.3.1792).
Secondogenito vivente dell’Imperatore Francesco I e dell’Imperatrice Maria Teresa divenne granduca di Toscana a 18 anni il 30 .08.1765. Le riforme di Pietro Leopoldo più significative furono: l’abolizione della tortura e della pena di morte avvenuta il 30 .11.1786, la bonifica delle paludi malariche nel sud della Toscana, l’abolizione dell’esercito una scelta rivoluzionaria da parte di un sovrano dell’700.
A questo proposito c’è una affermazione di Pietro Leopoldo ancora oggi attualissima per il suo significato politico e morale: “Degli eserciti e dalle flotte non provengono soltanto gli invalidi, che finiscono a carico delle casse statali, ma anche un gran numero di famiglie bisognose che si danno alla mendicità e non si può negare come questo discenda dal più doloroso atto di un governo, e cioè dalla guerra”.
Un’altra grande riforma oltre, all’idea di promulgare una Costituzione che configurava una monarchia parlamentare che non poté varare a causa della morte del fratello, l’Imperatore Giuseppe, di cui prese il posto con il nome di Leopoldo II, fu la riforma sanitaria.
Una riforma nei principi e nella sostanza attualissima. Secondo Pietro Leopoldo per i poveri gli ospedali, profondamente rinnovati sul piano edilizio e dei servizi sanitari affidati a bravi medici e infermieri, dovevano essere gratuiti. Solo i ricchi dovevano pagarsi le cure. Pietro Leopoldo della Sanità diceva: “ L’ospedale è aperto a tutte le infermità umane da qualunque parte della Toscana giungessero gli ammalati ed a qualunque nazione appartenessero.”
Il libro di Giani racconta che in ogni epoca storica ci sono stati uomini coraggiosi e capaci di fare del bene. Tra questi un posto di assoluto rilievo è quello di Pietro Leopoldo, figlio di Maria Teresa d’Austria e soprattutto dell’illuminismo cristiano.
Una forma di fusione tra fede cattolica e studio della scienza applicata al governo dello Stato. In particolare il cristianesimo della casa D’Asburgo Lorena, era maturato nell’ambito di un impero multinazionale e multireligioso, e quindi al contempo sinceramente praticato e tollerante nei confronti sia dei cristiani ortodossi che delle popolazioni musulmane. Non a caso Pietro Leopoldo, come i suoi ascendenti, diventerà imperatore dell’Impero austriaco con il titolo di Sua Maestà Cattolica, che copriva sia la tradizione cattolico apostolico romana, a cui appartenevano gli Asburgo Lorena, sia la Chiesa ortodossa, definita anch’essa da sempre cattolica e apostolica.
Questo mix di ispirazione intellettuale e religiosa, è stato il fondamento del governo illuminato di Pietro Leopoldo in Toscana.