Opportunità e sfide dell’Intelligenza Artificiale
Il documento mette in guardia anche dalla tentazione di utilizzare l’IA per sostituire l’intelligenza umana piuttosto che integrarla, con la conseguenza del grande rischio della schiavizzazione dell’essere umano da parte «della sua stessa opera», un algoritmo che fungerebbe da «sostituto di Dio» (n. 105). Mentre invece, «l’IA non è altro che un pallido riflesso dell’umanità, essendo prodotta da menti umane, addestrata a partire da materiale prodotto da esseri umani, predisposta a stimoli umani e sostenuta dal lavoro umano. Non può avere molte delle capacità che sono specifiche della vita umana, ed è anche fallibile» (ibidem).
Come è stato ben sottolineato, Antiqua et nova è un documento che, in questo tempo, ci invita a farsi delle domande. La sua novità consiste nella presa di coscienza che più noi ci facciamo domande su questa macchina in grado di surrogare parte del decidere umano, più ci stiamo inevitabilmente facendo domande sull’identità stessa dell’essere umano e sull’unicità che lo caratterizza, cioè su ciò che ci fa creature in relazione con un Creatore, mettendoci nella prospettiva corretta per riflettere sulla nostra identità e sulle nostre capacità (P. Benanti). Se pensiamo che fino a 10/15 anni fa la riflessione sull’identità dell’essere umano sembrava eclissata, questa è una grandissima novità che presenta un duplice aspetto: quello antropologico, come viene ben sottolineato dal documento, e quello delle conseguenze sociali che deve ancora essere adeguatamente sviluppato.