di Giovani Pallanti • Il soffio dello spirito. Cattolici nelle Resistenze europee, di Giorgio Vecchio (ed. Viella) è un testo fondamentale per capire il contributo dei cattolici alla lotta per la libertà contro il nazifascismo dal 1939 al 1945. Giorgio Vecchio, già professore ordinario di Storia contemporanea all’università di Parma, è uno degli studiosi più intelligenti e acuti dei cattolici europei: prima del libro sulla Resistenza contro il totalitarismo nazifascista, pubblicò, quando era giovane ricercatore, una storia della Democrazia cristiana europea, edizione Mursia.
I due libri si prestano a uno studio complementare sulla lotta per la libertà e la democrazia dei cattolici, e il loro impegno politico dal 1945 fino ai giorni nostri. Il volume sulla Resistenza, uscito nel 2022, racconta dettagliatamente come nonostante i silenzi della Chiesa di Pio XII, i cattolici europei si siano battuti per la libertà. In modo particolare in Francia dove, dopo la conquista hitleriana (giugno 1940), si costituì lo Stato filo fascista di Vichy. A cui aderirono tutti i vescovi cattolici di Francia, tra cui quattro cardinali. Dopo alcune incertezze legate all’amor patrio, che per un certo periodo iniziale coprì il ruolo del maresciallo Petain capo di Vichy, ci furono degli intellettuali e scrittori cattolici che diventarono giorno dopo giorno, militanti della Resistenza. Fra cui Francois Mauriac, Jacques Maritain e Georges Bernanos. La Resistenza francese fino al 1941 fu svolta in nome e per conto del generale De Gaulle, cattolicissimo esponente dell’elite militare francese e dal 1945 al 1958 molto vicino all’Mrp (la Democrazia cristiana francese). Giorgio Vecchio segnala come emblematica del ruolo dei cattolici in Francia, la sfilata sotto l’Arco di trionfo per la liberazione di Parigi (giugno 1944), guidata dal generale Charles De Gaulle e da Georges Bidault, leader dell’Mrp. Un’altra figura importante della Resistenza cattolica in Francia fu l’Abbè Pierre, un sacerdote cattolico, due volte deputato dell’Mpr all’assemblea nazionale francese, decorato con la medaglia di Compagnon de la liberation da De Gaulle (decorazione esclusivamente dedicata al primo ristretto nucleo della Resistenza francese formatosi dopo l’appello di Londra di De Gaulle agli uomini liberi della Francia e dell’Europa). L’Abbè Pierre fu poi nominato, poco prima di morire, anche per i suoi meriti politici, dal presidente Mitterrand, cavaliere di Gran croce della Legion d’onore. Da ricordare che i comunisti francesi, dal 1939 (accordo von Ribbentrop-Molotov) al 1941 (attacco tedesco alla Russia) furono filo nazisti e entrarono nella lotta di Resistenza alla fine del 1941.
Nel suo libro Giorgio Vecchio parla anche della Resistenza nei Paesi Bassi , in modo particolare del Belgio, dove era nata alla fine dell’Ottocento la Democrazia Cristiana e i cui vescovi furono, dal 1940, in gran parte contro l’invasione tedesca. Un capitolo molto importante è il ruolo dell’opposizione cattolica nel Terzo Reich, dove ci fu un arcivescovo che ebbe il coraggio di opporsi a Hitler e alla politica nazista, razzista, e alla soppressione dei malati di mente: l’arcivescovo Von Galen. Altrettanto importante è il capitolo sulla Resistenza cattolica in Italia, dove i vescovi si erano quasi tutti schierati con il fascismo. Dal 1943 molti parroci e molti esponenti laici si schierarono apertamente con la Resistenza, stringendosi intorno alla nascente Democrazia Cristiana di De Gasperi e a personaggi come Attilio Piccioni, Mario Scelba e Giuseppe Spadaro. Fra questi vanno ricordati il comandante militare del Corpo volontari della libertà, generale Raffaele Cadorna, per tre volte senatore della Dc, Enrico Mattei, vice comandante delle CVL, Ermanno Gorrieri, comandante militare della Repubblica di Montefiorino, Paolo Emilio Taviani, presidente del CLN della Liguria, e Giuseppe Dossetti, presidente del CLN di Reggio Emilia.
Nel libro di Vecchio ci sono altre importanti e dettagliate notizie che meritano di essere attentamente studiate, sul ruolo dei cattolici nella lotta di liberazione.