Papa Francesco: Con dolore penso a Gaza, a tanta crudeltà; ai bambini mitragliati, ai bombardamenti di scuole e ospedali… Quanta crudeltà!

700 467 Carlo Parenti
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di Carlo Parenti · Occorre ascoltare “la parola” di Francesco all’apertura delle due Porte Sante, nella basilica di San Pietro e nel carcere romano di Rebibbia.

La parola è: Speranza: “C’è speranza per ognuno di noi … per accogliere questo dono siamo chiamati a metterci in cammino … la speranza contro le tante desolazioni in questo tempo … la speranza non delude, ecco perché dobbiamo accoglierla senza indugio”.

È stato impressionante quanto la voce del Pontefice si sia levata potente, e abbia sovrastato tutte le altre in questi giorni di fine d’anno.

Le tante desolazioni di questo tempo”, Francesco le ha elencate tutte a Natale: le guerre, le distruzioni, le violenze, le disuguaglianze. Nei giorni di avvento e di Natale Francesco ha parlato molto di Ucraina e Palestina. Mi soffermo sulla Palestina. Osservo che il papa ha ricordato fatti! Si può discutere sulle cause, ma non sulla realtà.

Il 19 novembre ’24 il pontefice aveva posto un interrogativo: “A detta di alcuni esperti, ciò che sta accadendo a Gaza ha le caratteristiche di un genocidio. Bisognerebbe indagare con attenzione per determinare se si inquadra nella definizione tecnica formulata da giuristi e organismi internazionali”.

Il 12 dicembre 24, ha significativamente ricevuto in udienza il presidente palestinese Abu Mazen e poi nel successivo colloquio in Segreteria di Stato con il cardinale Pietro Parolin e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, è stata affrontata la questione della “gravissima situazione umanitaria a Gaza”, auspicando un rapido cessate il fuoco, la liberazione degli ostaggi e la soluzione per i due Stati di Israele e Palestina “attraverso il dialogo e la diplomazia”. (Accenno anche che il presepe in Vaticano aveva un Gesù bambino avvolto da una kefiah, simbolo dell’identità palestinese. Poi rimosso, tra le polemiche, senza spiegazioni.)

Il 22 dicembre 2024 al termine dell’Angelus, un ulteriore forte e commosso pensiero (già espresso Il 13 novembre 2024, nell’udienza generale del mercoledì, e Il 24 dicembre, nell’omelia di Natale, biasimando” male e ingiustizie consumate sulla pelle dei poveri” e invitando a pregare per la pace di cui sottolineava il tanto bisogno): “Con dolore penso a Gaza, a tanta crudeltà; ai bambini mitragliati, ai bombardamenti di scuole e ospedali… Quanta crudeltà!”, ha detto il Pontefice. 

Le parole di Francesco su Gaza, però, hanno suscitato una dura reazione di Israele: “crudeltà è quella dei terroristi” (vedi QUI ).

La situazione è drammatica e ben nota: L’aggressione israeliana in corso a Gaza dall’ottobre 2023 ha causato al 27 dicembre almeno 45.436 vittime palestinesi documentate e oltre 107.573 feriti. L’80% delle vittime si stima siano state uccise in casa. I bambini di età inferiore ai 18 anni, le donne e gli ultra sessantenni, rappresentano il 60% dei deceduti. Dei morti 17.000 sarebbero -per Israele- combattenti. Oltre 25 mila bambini hanno perso un genitore o sono rimasti orfani, in moltissimi hanno perso un arto e vengono amputati senza anestetici. Gli ospedali nella quasi totalità sono stati distrutti con bombe e incendi. Insomma, tra bambini, donne e anziani, sono circa 30.000 le vittime innocenti. Erode e la crudeltà lavorano senza tregua!

Uno studio pubblicato a luglio su Lancet ha stimato che il numero reale di morti nella Striscia potrebbe essere superiore a 186.000, prendendo in considerazione le morti indirette, ad esempio per fame o mancanza di assistenza sanitaria. Una pulizia etnica. “I rapporti delle Nazioni Unite degli ultimi 18 anni confermano che in nessun altro conflitto era mai stato ucciso un numero così alto di minori”.

Sui bambini palestinesi voglio ricordare che il 96% dei bambini di Gaza crede che morirà presto: è il risultato poco sorprendente di uno studio condotto a giugno ‘24, cioè e purtroppo ormai ben 6 mesi fa, e finanziato dalla charity War Child Alliance. (una sintesi del Rapporto è QUI ). È un quadro straziante della salute mentale dei bambini sotto i bombardamenti e il blocco israeliano. Si stima che almeno il 60 % degli aiuti alla popolazione sia bloccato dagli israeliani.

Su 504 bambini di cui si sono raccolte le testimonianze, il 79% soffre di incubi. E quasi tutti pensano di non vivere a lungo. Helen Pattinson, responsabile della ong in Gran Bretagna, ha detto al quotidiano The Guardian che la guerra ha prodotto anche «distruzioni psicologiche e ferite invisibili» soprattutto nei più piccoli. Molti bambini mostrano sintomi di aggressività, paura, ritiro e grave ansia, insieme a un pervasivo senso di disperazione. Anni di sfollamenti, perdite e bombardamenti incessanti hanno lasciato i bambini psicologicamente segnati e le loro famiglie in circostanze terribili.

I numeri relativi ai bambini: 73% mostra un comportamento aggressivo – 87% prova una forte paura – 90% ha una prospettiva cupa a causa della guerra – 49% ha espresso un desiderio di morire- 77% esprime sentimenti di tristezza – 83% mostra esaurimento e stanchezza – 96% sente che la morte è imminente.

L’indagine, che ha coinvolto 504 nuclei familiari, rivela che l’88% delle famiglie è stato sfollato più volte, con il 21% costretto a trasferirsi sei o più volte. La maggior parte delle famiglie vive con meno di 122 euro al mese, alle prese con l’impennata dei prezzi del cibo e dei beni di prima necessità a causa del blocco e delle restrizioni agli aiuti umanitari. Nel frattempo, l’80% dei capifamiglia è disoccupato, il che riflette le devastanti conseguenze economiche della guerra.

“Per i bambini di Gaza, nessun posto è sicuro. Hanno visto case distrutte, persone care uccise e scuole ridotte in macerie. Anche le cosiddette zone di evacuazione non sono risparmiate dai bombardamenti. La salute mentale dei bambini di Gaza è sotto costante attacco”. Così War Child Alliance.

Infine, per l’UNICEF a fine anno stiamo assistendo anche alla morte per congelamento di bambini a causa del freddo e della mancanza di un riparo adeguato. Secondo l’ONU, negli ultimi giorni di dicembre almeno 6 tra neonati e infanti sono morti per ipotermia. Queste morti evitabili mettono a nudo le condizioni disperate e in via di peggioramento in cui versano le famiglie e i bambini di Gaza, striscia ridotta ormai a un deserto di macerie, dove si stima che circa 1,6 milioni di persone nomadi tra le bombe non hanno più un tetto.

Concludo con la “parola” di Francesco: “Sorelle e fratelli, con l’apertura della Porta Santa abbiamo dato inizio a un nuovo Giubileo: ciascuno di noi può entrare nel mistero di questo annuncio di grazia. Questa è la notte in cui la porta della speranza si è spalancata sul mondo; questa è la notte in cui Dio dice a ciascuno: c’è speranza anche per te! C’è speranza per ognuno di noi”…”Siamo chiamati a metterci in cammino… senza indugio…per essere capaci di tradurre la speranza nelle situazioni della nostra vita. E questo è il nostro compito: tradurre la speranza nelle diverse situazioni della vita. Perché la speranza cristiana non è un lieto fine da attendere passivamente… Essa ci chiede perciò di non indugiare, di non trascinarci nelle abitudini, di non sostare nelle mediocrità e nella pigrizia; ci chiede – direbbe Sant’Agostino – di sdegnarci per le cose che non vanno e avere il coraggio di cambiarle; ci chiede di farci pellegrini alla ricerca della verità, sognatori mai stanchi, donne e uomini che si lasciano inquietare dal sogno di Dio, che è il sogno di un mondo nuovo, dove regnano la pace e la giustizia.”…” esige da noi l’audacia di anticipare oggi questa promessa, attraverso la nostra responsabilità, e non solo, anche attraverso la nostra compassione. E qui forse ci farà bene interrogarci sulla nostra compassione: io ho compassione? So patire-con? Pensiamoci.”.

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