di Giovanni Campanella · Già mi sono occupato delle nefaste vicende della guerriglia in Colombia, in un articolo pubblicato in questa stessa rivista più di due anni fa, nel maggio 2022 (vedi). In esso, evidenziavo gli sforzi e le iniziative della Chiesa colombiana per far cessare il conflitto scoppiato per il controllo di petrolio e droga in Arauca, al confine tra Colombia e Venezuela, tra due fazioni di guerriglieri: l’ELN (“Esercito di Liberazione Nazionale”) e un gruppo delle ex FARC (“Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia”) che non aveva accettato l’accordo di pace siglato con lo Stato nel 2016.
Effettivamente nel novembre 2022 si era avviato un dialogo di pace tra guerriglieri e Stato, che tuttavia si è arenato più volte senza mai concretizzarsi. Nel tempo si sono susseguite accuse incrociate intorno alle responsabilità del fallimento di tale dialogo.
Come riportato in un recente articolo dell’Agenzia Fides di lunedì 19 agosto 2024 (vedi), la guerriglia si è inasprita negli ultimi giorni nel Dipartimento di Chocó, che si affaccia sull’Oceano Pacifico. Infatti, l’ELN ha proclamato uno “sciopero armato” ossia un coprifuoco permanente con annesso blocco di ogni attività. Ciò ha portato a disagi per cinquantamila persone che si trovano nel Dipartimento suddetto.
Ancora una volta i vescovi hanno reagito a queste situazioni di violenza. Una nota diffusa dal Segretariato nazionale per la Pastorale Sociale / Caritas della Colombia, firmata dal presidente Juan Carlos Barreto, vescovo di Soacha, e dal segretario esecutivo, padre Rafael Castillo, ha espresso la vicinanza della Chiesa di Colombia alla popolazione colpita dallo sciopero armato e «solidarietà di fronte al controllo territoriale esercitato da coloro che non onorano la vita né incoraggiano la speranza, del territorio che dicono di difendere e sostenere» (ibidem). In una parte della stessa nota si legge:
«Al fronte di guerra dell’Eln e al Clan del Golfo (Autodefensas Gaitanistas, ndr.), diciamo che tutto ciò che si ottiene con la forza e le minacce rimane finché durano la forza e le minacce; e che, se è un abuso di potere quando i forti si approfittano dei deboli e quando i ricchi si approfittano dei poveri, è un abuso di potere anche quando persone e gruppi armati si approfittano di persone disarmate. State tutti distruggendo ciò che dite di voler costruire. La guerra non è mai stata una soluzione. Ha sempre portato solo mali maggiori» (ibidem).
Anche dalle diocesi del Pacifico si sono alzate le voci del vescovo di Istmina-Tadó, Mario de Jesús Álvarez Gómez, e del vescovo eletto di Quibdó, Wiston Mosquera Moreno.
Proprio in questo anno 2024 in cui ricorre il centenario dal primo congresso missionario nazionale del mondo (tenutosi in Colombia nel 1924), speriamo che il soffio dello Spirito si faccia sempre più forte per togliere le armi ai combattenti e donare la tanto agognata pace a queste povere terre, da tanti anni vittime di violenza e soprusi.