UNICEF: 181 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni – ovvero 1 su 4 – vivono in condizioni di grave povertà alimentare.

225 225 Carlo Parenti
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di Carlo Parenti · Per la prima volta il report Child Food Poverty: Nutrition Deprivation in Early Childhood –Povertà Alimentare dei bambini: deprivazione nutrizionale nella prima infanzia – analizza le conseguenze e le cause della privazione alimentare fra i più piccoli al mondo in circa 100 paesi e tra i vari gruppi di reddito. Il rapporto rileva che milioni di bambini sotto i 5 anni non possono accedere e seguire una dieta nutriente e diversificata per sostenere una crescita e uno sviluppo ottimali nella prima infanzia e oltre.

I bambini che consumano al massimo due degli otto gruppi alimentari stabiliti sono considerati in condizioni di grave povertà alimentare. 4 bambini su 5 in questa situazione sono nutriti solo con latte materno/latte e/o un alimento amidaceo di base, come riso, mais o grano. Meno del 10% di questi bambini si nutre di frutta e verdura. E meno del 5% si nutre di alimenti ricchi di sostanze nutritive come uova, pesce, pollame o carne.

I bambini che vivono in grave povertà alimentare sono bambini in bilico. In questo momento è una realtà per milioni di bambini piccoli e può avere un impatto negativo irreversibile sulla loro sopravvivenza, crescita e sviluppo cerebrale”, ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice generale dell’UNICEF.I bambini che consumano solo due gruppi alimentari al giorno, per esempio riso e un po’ di latte, hanno probabilità maggiori fino al 50% di incorrere in qualche forma grave di malnutrizione.”

Nella Striscia di Gaza, viene sottolineato, mesi di combattimenti e restrizioni agli aiuti umanitari hanno fatto collassare i sistemi nutrizionali e sanitari, con conseguenze catastrofiche per i bambini e le famiglie. Dati raccolti tra dicembre 2023 e aprile 2024 hanno costantemente rilevato che 9 bambini su 10 nella Striscia di Gaza vivono in condizioni di grave povertà alimentare, sopravvivendo con due o meno gruppi di alimenti al giorno. .

(Osservo anche che dopo il grave boicottaggio israeliano gli Stati Uniti hanno rimosso l’enorme molo galleggiante per la consegna degli aiuti a Gaza– vedi Il Sole 24 Ore del 11 luglio 24)


In Somalia, ricorda UNICEF, un Paese colpito da conflitti, siccità e inondazioni, il 63% dei bambini vive in condizioni di grave povertà alimentare e, nelle comunità più vulnerabili, oltre l’80% di persone che si prendono cura di bambini ha riferito che i propri bambini non hanno potuto mangiare per un’intera giornata.

Il rapporto rileva che: circa la metà (46%) di tutti i casi di povertà alimentare grave dei bambini si verifica in famiglie povere, dove la povertà di reddito è probabilmente uno dei fattori principali, mentre il 54% – ovvero 97 milioni di bambini – vive in famiglie relativamente più ricche, tra le quali gli ambienti alimentari e le pratiche di alimentazione inadeguate sono i principali fattori di povertà alimentare nella prima infanzia.

In molti contesti, gli alimenti ultra-lavorati e le bevande zuccherate, a basso costo e poveri di nutrienti, sono commercializzati in modo aggressivo e per i genitori e le famiglie e rappresentano la nuova normalità per l’alimentazione dei bambini. Questi alimenti e bevande poco salutari sono consumati da una percentuale allarmante di bambini in condizioni di povertà alimentare, eliminando dalla loro dieta quotidiana alimenti più sani e nutrienti.

Per porre fine alla povertà alimentare fra i bambini, l’UNICEF chiede ai Governi, alle organizzazioni per lo sviluppo e umanitarie, ai donatori, alla società civile e all’industria alimentare e delle bevande di:

  • trasformare i sistemi alimentari in modo che gli alimenti nutrienti, diversificati e sani siano l’opzione più accessibile ed economica,

  • Fare leva sui sistemi sanitari per fornire servizi nutrizionali essenziali per prevenire e curare la malnutrizione nella prima infanzia,

  • Attivare i sistemi di protezione sociale per affrontare la povertà di reddito attraverso trasferimenti sociali (in denaro, cibo e buoni), con modalità che rispondano alle esigenze alimentari e nutrizionali dei bambini vulnerabili e delle loro famiglie.

Per accelerare le azioni e prevenire, identificare e curare la povertà alimentare grave dei bambini e la malnutrizione, lo scorso anno l’UNICEF ha lanciato il Child Nutrition Fund (QUI). Si tratta di un meccanismo di finanziamento multipartner che incentiva gli investimenti nazionali per porre fine alla malnutrizione dei bambini.

Non posso esimermi anche da dire che:

  • Per il Rapporto Sofi 2024 ( pubblicato da Onu, Fao, Ifad, Unicef e Pam)The State of Food Security and Nutrition in the World 2024 Financing to end hunger, food insecurity and malnutrition in all its forms (QUI) la quota mondiale di persone che soffrono la fame resta inchiodata a 733 milioni. In pratica, una su 11 nel mondo e una su 5 in Africa, alla faccia dell’obiettivo «fame zero» nel 2030. Agli oltre 700 milioni in condizioni estreme, vanno sommati i 2,3 miliardi di donne e uomini in situazione di insicurezza alimentare moderata e grave

  • I (pochi) super-ricchi del pianeta sono sempre più ricchi, e – per il rapporto OXFAM al G20 Finanze di Rio de Janeiro, tenutosi il 24-25 luglio 2024– sempre meno tassati. La ricchezza aggregata del top-1% del pianeta è cresciuta, in termini reali, di ben 42.000 miliardi di dollari nel decennio 2013-2022.

Un incremento pari a 34 volte quello registrato, nello stesso periodo, dalla metà più povera della popolazione mondiale. La ricchezza media di un esponente dell’1% più facoltoso su scala globale è aumentata di quasi 400.000 dollari contro i 335 dollari (appena 9 centesimi al giorno), incamerati in media da un rappresentante appartenente al 50% più povero del pianeta.

  • Il presidente Mattarella il 24 luglio u.s. ha osservato: “Spinge a grande tristezza vedere che il mondo getta in armamenti immani risorse finanziarie, che andrebbero, ben più opportunamente, destinate a fini di valore sociale.

  • Papa Francesco non si stanca mai di difendere i diritti dei bambini, denunciando le diseguaglianze nel mondo e condannando le spese in armamenti.

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