Un «dottore» poco conosciuto: San Pietro Canisio
come predicatore e consigliere. Chiamato a Roma nella primavera del 1565, dal generale Francesco Borgia fu nominato visitatore dell’ordine nella provincia renana e da Pio IV nunzio apostolico per promulgare in Germania i recenti decreti tridentini. Gesuita missionario, teologo, in parte diplomatico e conoscitore di diverse lingue, Pietro Canisio dedicò gli ultimi anni alla predicazione: morì il 21 dicembre 1597 nel collegio da lui fondato a Friburgo.
“San Pietro Canisio trascorse buona parte della sua vita a contatto con le persone socialmente più importanti del suo tempo ed esercitò un influsso speciale con i suoi scritti. Fu editore delle opere complete di san Cirillo d’Alessandria e di san Leone Magno, delle Lettere di san Girolamo e delle Orazioni di san Nicola della Fluë.”, disse di lui San Giovanni Paolo II. Attributo iconografico di San Pietro Canisio è una penna in mano o un Angelo che gli sussurra all’orecchio. Il santo era infatti particolarmente devoto a queste creature divine. Nel 1925 è stato proclamato santo e dottore della Chiesa da papa Pio XI.
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