Tempo di attesa
di Agnese Lerda · Il primo anno di università per chi ha appena cominciato come me, appare molto confuso: un turbine di alti e bassi, timore ma soprattutto adrenalina, curiosità e attesa. Attesa di cosa? Spesso l’errore che si fa è pensare che questo percorso sia fatto solo di obiettivi, di esami da superare, voti che ci imponiamo di raggiungere e dimentichiamo che il tempo che trascorre mentre studiamo per quegli esami è forse il più importante, perché ci chiede di essere riempito. E lo stesso errore è facile commetterlo in questi 40 giorni, i giorni dell’attesa della Pasqua. Così, mentre attendiamo il fatidico giorno che pensiamo dia senso a tutto, ci dimentichiamo dei precedenti giorni di Quaresima; e mentre in quel fatidico giorno si avvera tutto il significato dell’Amore di Dio, rischiamo di dimenticare il senso dei precedenti. Almeno, per me è così. Quando le persone sotto la croce di Cristo lo incitano a salvarsi da solo “Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto!” Lc 23,35-43 Dio non lo salva, non lo libera dalla croce, ma Cristo muore per poi risorgere. Perché lo scopo non era che il Figlio di Dio salvasse se stesso come gli uomini si aspettavano, ma che il Figlio di Dio fattosi uomo morisse come uno di noi. Per chi già crede, la conferma non deve essere che Cristo sia Dio, perché questo il credente già lo sa. La conferma è proprio che Cristo, il Figlio di Dio si sia fatto uomo e muoia come tale per salvare l’umanità. Mentre ci prepariamo alla Pasqua e tentiamo di capire il senso di questo evento, compiamo la parte più preziosa di quel giorno che diventa solo l’apice della Quaresima. Così anche noi studenti universitari, spesso scoraggiati dagli esami, dalla pressione e dalle aspettative, dovremmo vivere il tempo datoci nella sua pienezza e non semplicemente come “il tempo prima dell’esame” ma piuttosto come “il tempo in preparazione dell’esame”, colmando il più possibile il tempo che ci è dato. Così, infatti, la Quaresima non sono “i giorni prima di Pasqua”, ma bensì i giorni “in preparazione della Pasqua”.