Paolo Carlotti, La coscienza morale cristiana, (Nuova biblioteca di Scienze Religiose 77) Las Roma 2022
di Gianni Cioli · Il compianto Paolo Carlotti, docente di teologia morale presso l’Università Pontificia Salesiana, prematuramente scomparso nel 2023, nel suo penultimo libro, La coscienza morale cristiana, aveva accolto la sfida di misurarsi col tema, tanto complesso quanto imprescindibile per la Teologia morale, della coscienza, sviluppando la sua riflessione in cinque capitoli preceduti da una opportuna introduzione.
Particolarmente significativo risulta il quinto e ultimo capitolo intitolato La coscienza morale cristiana che considera, appunto, lo «specifico cristiano della coscienza morale cioè la sua novità a partire dalla persona del Cristo, morto e risorto nella vita e nella storia dell’uomo. Questa novità non può non avere il suo culmine nella Pasqua del Cristo, dove si ha il fondamento cristico della morale cristiana, perché si realizza la possibilità dell’amare fino alla fine, sopprimendo la paura del perdersi o del perderci» (p. 18). La coscienza cristiana è inaugurata dunque dalla Pasqua che culmina nel dono dello Spirito. L’inabitazione dello Spirito che rende il cristiano partecipe della coscienza filiale di Cristo, permette di parlare di autonomia spirituale della coscienza cristiana, comprendendola in termini di autonomia teonoma e ponendola, in definitiva, nell’orizzonte della teologia morale delle virtù, con un implicito rimando al nesso stringente fra esperienza teologale ed esercizio della razionalità pratica.
Da questo quadro emerge la necessaria collocazione della coscienza cristiana nella comunione ecclesiale. Se, infatti, è necessario riconoscere l’ineluttabile precarietà della coscienza morale solitaria, anche su un piano genericamente umano, si deve altresì affermare, decisamente, il costitutivo rapporto fra la comunità dei credenti e la coscienza morale del cristiano, rapporto che impone di considerare anche l’imprescindibile legame che sussiste fra il magistero ecclesiale e la coscienza morale del credente, pur nella consapevolezza di come si debba prendere atto della evoluzione delle posizioni magisteriali in specifici ambiti della dottrina morale.
Nell’ultima parte del capitolo Carlotti considera la coscienza morale nel magistero di papa Francesco. Secondo l’autore, nell’insegnamento dell’attuale pontefice va riconosciuto, in particolare, «il passaggio da una prospettiva incentrata sull’oggetto morale […] ad una che muove dal soggetto morale e quindi si concentra non tanto sul prescrittivo ma sul performativo, senza naturalmente dimenticare o sminuire né l’oggettivo né il prescrittivo. In quest’ottica riceve spiccata considerazione la premura educativa e formativa, come chiave di volta e quindi di svolta, talora veramente risolutiva, delle più attuali e controverse questioni morali» (p. 167).
Le riflessioni relative al magistero di Francesco costituiscono, a mio avviso, l’approdo e la conclusione del saggio, non solo in senso materiale, ma anche formale.