Lo scudo digitale ed il «verminaio» del presunto dossieraggio
Se le forze politiche sono distratte dalle schermaglie in vista delle prossime Elezioni europee ed amministrative, ci auguriamo che Governo e Parlamento non perdano tempo. Confidiamo che abbia un seguito di provvedimenti concreti la prima riunione tenutasi a Palazzo Chigi, presieduta dal sottosegretario Alfredo Mantovano, con la partecipazione, tra gli altri, dei massimi rappresentanti di Bankitalia, Guardia di Finanza e Polizia, per valutare le misure necessarie per prevenire accessi abusivi e fughe di informazioni in violazione della privacy. Il buonsenso e gli esperti ritengono non pensabile che possa essere attuata una scala di controllori all’infinito, ma sicuramente suggeriscono regole più rigorose di quelle vigenti e migliori controlli (con un decisore finale ) accompagnate dalla centralizzazione delle banche-dati per materia. Introducendo nuove forme di responsabilità e di sanzioni per dare maggiori garanzie ai cittadini, ma anche per tutelare il lavoro di chi, per conto di organismi dello Stato, raccoglie informazioni delicate, indispensabili per combattere il riciclaggio ed il finanziamento del terrorismo.
Ecco, una volta tanto il nostro Governo, insieme al Parlamento, dovrebbe prendere esempio da Bruxelles e Strasburgo: oltre a controllare lo sviluppo e l’impatto dell’Intelligenza artificiale, urgono norme e strumenti che in tempi rapidi mettano al riparo banche dati pubbliche e la privacy individuale dalle intrusioni di chi senza scrupoli è alla ricerca d’armi di ricatto e provoca altri danni come l’inquietante “verminaio” che è sotto i nostri occhi.