Le recenti regole per il discernimento dei fenomeni soprannaturali

Se proseguiamo oltre nell’analisi del documento, notiamo una buona consapevolezza da un lato sulle opportunità e sul valore spirituale, dall’altro sui limiti e sui pericoli di qualsiasi presunto fenomeno, sottoposto al discernimento. Si tratta di un sano realismo pastorale che sa che – se lo Spirito agisce come vuole e secondo scopi imperscrutabili alla mente umana – lo spirito dell’uomo segnato dal peccato – se non addirittura dalla mondanità – può deviare l’opera originale e creativo dello Spirito.

Quando il documento giunge a presentare la procedura per il discernimento, considera innanzitutto il compito del vescovo del luogo e della commissione da lui composta al fine di comprendere la soprannaturalità del fenomeno. Particolare considerazione viene riservata all’elencazione dei criteri negativi per il discernimento: un errore circa il fatto, eventuali errori dottrinali (anche se potrebbero essere talvolta dovuti alla cattiva percezione del soggetto che ha ricevuto una rivelazione privata), uno spirito settario, una ricerca di lucro a partire dal fatto presentato come soprannaturale, atti gravemente immorali connessi con il fatto o successivamente ad esso, alterazioni psichiche o addirittura psicosi nel soggetto.

In conclusione, ci pare di poter affermare che il documento mostri un equilibrio tra il riconoscimento dei vantaggi spirituali e pastorali di questi fenomeni e il rischio che essi possano sollecitare devianze dalla retta fede. In fondo, è un equilibrio che nasce da una visione fortemente realistica di un ambito in cui possono agire tanto forze e dinamiche di grazia, quanto quelle che si radicano nel mistero del peccato.