La denatalità e il «salario familiare»

Il cronico problema della denatalità in Italia è oggetto recentemente di numerosi studi che individuano molteplici fattori all’origine di un livello di fecondità tra i più bassi d’Europa. La formazione di una famiglia, tuttavia, è favorita da circostanze di pianificazione e stabilità economica e sociale, per questo l’instabilità occupazionale (Brilli – Fanfani – Piazzalunga, 2024), riveste un ruolo rilevante nell’ostacolare le decisioni sulla fecondità, in una situazione decisamente drammatica.

Recentemente due ricercatrici, utilizzando i dati sulla “Rilevazione forze lavoro italiane” forniti da Eurostat per il periodo dal 2000 al 2020, hanno esaminato la correlazione tra instabilità lavorativa e probabilità di avere un primo o un ulteriore figlio in Italia (Scherer – Brini, 2024) e hanno rilevato che l’instabilità occupazionale individuale, come il lavoro temporaneo o la disoccupazione, influenza negativamente la probabilità di avere un figlio sia per gli uomini che per le donne, indipendentemente dalle caratteristiche demografiche e socio-economiche. In particolare, sia la disoccupazione che i contratti a tempo determinato sono associati a probabilità nettamente inferiori di vedere una nascita, rispetto a chi ha un contratto a tempo indeterminato. L’instabilità è rilevante soprattutto per la prima nascita e in misura minore per le seconde, mentre la progressione verso ulteriori nascite è meno sensibile alla situazione lavorativa.

La fecondità è di solito una decisione di coppia ed è influenzata dalla situazione lavorativa di entrambi gli individui coinvolti, tuttavia dall’analisi emergono due aspetti significativi.

1) In un contesto di coppia la situazione lavorativa delle donne ha molta più influenza per la nascita di un figlio rispetto a quella degli uomini, constatazione che porta a dedurre che la situazione lavorativa della donna non può essere considerata semplicemente come una fonte di guadagno utile a integrare il budget familiare in cui la situazione lavorativa ed economica del partner maschile, come capofamiglia, è la risorsa economica principale.

Alla luce di queste considerazioni si restano quanto mai appropriati i richiami e le indicazioni del Magistero sociale della Chiesa riguardo al giusto salario che sono estensibili anche alla situazione di instabilità lavorativa perché, alla fine, sempre di insufficienza reddituale si tratta.

Indicazioni sulle quali meritava, e merita, riflettere per un autentico rilancio demografico.