Iniziative in aiuto delle “spose da lontano” in Cina

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di Giovanni Campanella · Un articolo di Marta Zhao di venerdì 19 luglio scorso e riportato dall’Agenzia Fides (vedi) riferisce riguardo al fenomeno delle “spose da lontano” in Cina, diffuso soprattutto nelle zone interne e più arretrate. Esso è il frutto dello squilibrio numerico tra uomini e donne, dovuto a nefaste politiche demografiche restrittive implementate non poco tempo fa in Cina volte a ridurre le nascite in generale e soprattutto le nascite di femmine. Queste politiche non hanno solo gettato anche la Cina in una grave crisi demografica, tale da costringere recentemente anche il governo cinese a creare agevolazioni per la formazione di famiglie. Hanno appunto determinato il problema delle “spose da lontano”.

In alcune zone in carenza di donne, gli uomini sono indotti a cercare di sposare donne originarie di altre regioni. «In alcuni casi le “spose da lontano”, non conosciute direttamente dai loro futuri coniugi, diventano oggetto di una vera e propria compravendita gestita dal proprio clan familiare» (ibidem). Molte di queste donne sono spesso marginalizzate e maltrattate dalla stessa famiglia di cui sono entrate a far parte attraverso il matrimonio e vivono in povertà. Questo problema è divenuto, per molte comunità cattoliche, una nuova frontiera dove testimoniare la liberazione annunciata dal Vangelo.

Un report intitolato “Studio sull’assistenza cattolica alle spose da lontano”, redatto dalla professoressa Kang Zhijie, ricercatrice dell’Istituto di Macao della Jinan University, approfondisce il tema e attesta che dopo la fine degli anni ’80 del ‘900, quando la Cina ha tolto alcune restrizioni sui movimenti religiosi, la Chiesa cattolica ha svolto un grande lavoro di assistenza a gruppi di persone fragili, tra cui le “spose da lontano”. In alcune parrocchie sono nati gruppi di assistenza dedicati a loro. Corsi di catechismo e incontri di lettura della

 Bibbia le aiutano a integrarsi nel contesto locale, tenendo conto delle loro esigenze e condizioni.

«Alcune di loro hanno potuto così liberarsi anche da asprezze del carattere e chiusure provocate dalle sofferenze subite, ritrovando perfino l’armonia con i rispettivi mariti. Sono stati organizzati anche momenti di convivialità in cui le “spose da lontano” hanno preparato piatti tipici della loro regione di origine, e così hanno potuto sentirsi coinvolte in un clima familiare e fraterno. Alcune di loro sono diventate parte della squadra trainante dell’intero gruppo, operando anche come catechiste, per “portare agli altri l’amore di Gesù, secondo l’insegnamento del Vangelo”» (ibidem).

Così anche questa periferia esistenziale è abitata dai seguaci di Gesù, portando in zone remote e sofferenti, dove l’odore di morte interiore sembra invincibile, il profumo della risurrezione che agisce già ora, foriero di speranza per un futuro non lontano ma vicino. Anche la “lontananza” di queste spose si trasforma in vicinanza, relazione, chiesa.

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Giovanni Campanella

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