Il papa al Comitato di Scienze Storiche. La Chiesa, la storia, la verità

di Francesco Vermigli · Il 20 aprile scorso papa Francesco ha incontrato i membri del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, nel 70° anniversario dell’istituzione, che avvenne per decisione di papa Pio XII (era il 7 aprile del 1954). Dal discorso rivolto dal papa ai presenti, vogliamo trarre alcune considerazioni più posate.

Che significa che lo storico offre un servizio alla verità? Ma ancora prima ci dobbiamo chiedere – novelli Ponzi Pilati – che cosa sia la verità storica. Quest’ultima domanda pare il primo passaggio, decisivo per poter avanzare oltre nel nostro ragionamento. Poi vedremo quale aggancio essa possa avere con la verità cristiana. Intanto, dunque chiediamoci: cos’è la verità storica?

Dunque, se questa è la verità storica, non apparirà forse distante dalla verità cristiana? Dipende da che immagine abbiamo della verità cristiana. La verità cristiana è consegnata da Gesù agli uomini in una maniera che è definitiva: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6). Ma altro è che Gesù sia la verità in pienezza – poiché Gesù è il Dio in pienezza, venuto in mezzo al mondo per la nostra salvezza – altro è che l’uomo questa verità in pienezza la possieda. La Chiesa stessa è la «depositaria della verità religiosa», come dice Paolo VI citato da papa Francesco nel discorso da cui abbiamo tratto occasione di riflessione. Ma essere depositaria della verità, non significa possederla in pienezza. Non significa questo, perché la Rivelazione di Gesù non la si possiede come si possiede un oggetto che si può descrivere con esattezza, anche misurandolo. La verità cristiana è la persona di Gesù che ci precede e che ci indica la strada, che traccia un solco, lascia il segno del suo passaggio e invita a percorrere la stessa strada. La verità cristiana è l’inesauribilità della persona di Gesù, sempre più avanti rispetto a noi e alla nostra capacità di abbracciarlo, di com-prenderlo (si comprehendis non est Deus, non è vero Agostino?).

Ecco, in questa inesauribilità della verità che è Gesù, in questa pienezza a cui si tende ma che non riusciamo a raggiungere, pare nascondersi un’inattesa somiglianza tra la verità a cui tende lo storico e la verità cristiana.