«Il governo della pienezza dei tempi» (Ef 1,10)

di Stefano Tarocchi · Nella lettera agli Efesini, all’interno dell’inno che si trova all’esordio («Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo» (Ef 1,3), verso la conclusione troviamo un termine che nel testo originale nasconde la stessa radice della parola italiana “economia”: il «governo della pienezza dei tempi» (Ef 1,10).

Il progetto divino si distende proprio in questa espressione: «ricondurre al Cristo, unico capo (o anche “ricapitolare”) quelle nei cieli e quelle sulla terra». Il medesimo verbo si trova anche in Rm 13,9: «qualsiasi altro comandamento, si ricapitola in questa parola: amerai il tuo prossimo come te stesso».

Colui che si considera “servo di Cristo e amministratore dei misteri di Dio” (cf. 1 Cor 4,1) non metterà mai sé stesso al centro, ma il Cristo al cui servizio è stato chiamato. Questa elementare rivoluzione copernicana (un ossimoro?) va messa in particolare rilievo in questi tempi in cui chi annuncia tende, più o meno consapevolmente, ad annunciare solo sé stesso: «come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci?» (1 Cor 10,14).