di Stefano Liccioli · Come delegato per l’arcidiocesi di Firenze dell’Università Cattolica del Sacro Cuore ricevo sempre il Rapporto Giovani, l’indagine che annualmente l’Istituto Toniolo (l’ente fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) dedica, attraverso il suo osservatorio, al mondo giovanile. Edito da “Il Mulino” l’edizione 2024 del Rapporto è suddivisa in due parti e costituita da otto contributi.
Difficile scegliere solo alcuni degli studi che sono stati realizzati perchè ho li ho trovati tutti particolarmente interessanti. Per ragioni di spazio mi limiterò, però, a prendere in considerazione, per esempio, quello di Becalli, Pais e Viola su “Giovani ed intelligenza artificiale: conoscenza ed utilizzo tra rischi ed opportunit”. L’analisi non si limita al contesto italiano, ma allarga l’ottica anche a quello europeo. E’ così che secondo gli autori «la conoscenza e l’utilizzo di IA sono più frequenti tra gli intervistati più giovani, gli uomini, i residenti in Spagna e Germania e tra i laureati. Gli intervistati si dichiarano fiduciosi rispetto alle opportunità legate alle intelligenza artificiale soprattutto rispetto all’introduzione di nuove modalità ed opportunità di apprendimento». Da parte loro i giovani italiani, osservano gli studiosi, si caratterizzano per scarsa conoscenza, scarso utilizzo ed un basso livello di percezione dei rischi. «Questo è un dato che fa riflettere perché a differenza degli altri paesi sembra emergere un approccio fiduciario verso le tecnologie non sostenuto da una sperimentazione diretta dei limiti delle potenzialità».
Altrettanto interessante è il saggio di Pozzi, Poli Martinelli ed Elena Marta su “Generazioni eco-consapevoli. La voce degli adolescenti e dei giovani adulti”. In base ai dati della ricerca le conclusioni degli autori sono che gli adolescenti ed i giovani adulti sono sensibili ed attenti «ai temi ambientali forse più della generazione degli adulti che, a detta dei giovani, svolge una funzione estremamente importante nel veicolare le informazioni sulla sostenibilità». Viene suggerito che i comportamenti sostenibili tanto cari alle nuove generazioni possono essere motivo per suscitare in loro un senso di cittad inanza attiva:«Pensare alla sostenibilità – osservano – come ad un impegno “socialmente generativo” potrebbe condurre all’inizio di un percorso di restituzione alla comunità di appartenenza di qualcosa che migliori il mondo sia per le generazioni presente sia per le generazioni future».
Infine c’è un contributo che ho trovato particolarmente interessante e che riguarda i giovani italiani alla Gmg di Lisbona 2023. Si tratta di un testo piuttosto articolato ed approfondito elaborato da Luppi, Maiorino, Migliavacca e Poy che rilevano come i dati mostrino un inesorabile e rapido «declino dei giovani che si dichiarano cattolici e uno speculare aumento dei giovani che si dichiarano atei». D’altra parte emerge in modo evidente «una ricerca di spiritualità da parte dei giovani che non viene meno, ma piuttosto cerca nuove modalità di espressione». In questo panorama la Gmg sembra andare in controtendenza dimostrando una forza intrinseca ed una capacità di rinnovamento «che la rende in grado di parlare a giovani di epoche diverse». Sono trascorsi circa quaranta anni durante i quali si sono avvicendati tre papi, ma i giovani che partecipano alla Gmg continuano a cercare «risposte a domande personali, ma condividano la sensazione di partecipare ad un evento collettivo e “straordinario”, generatore, tra le altre cose, di emozioni altrettanto collettive».
Penso che uno studio come il Rapporto giovani possa essere una valida una bussola per orientarsi nel mondo delle nuove generazioni, liberi da pregiudizi e schemi predefiniti, proponendo attività e progetti che abbiano una reale rispondenza nei bisogni e nelle attese dei giovani.