Giugno 2024

370 500 Andrea Drigani
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Andrea Drigani introduce alla dottrina e all’uso delle indulgenze segno di ogni Giubileo dal 1300 al 2025. Antonio Lovascio rileva la situazione di crisi in cui versa l’Unione Europea che non trova risposte soddisfacenti da parte dei gruppi politici italiani. Stefano Liccioli recensisce il film «C’è ancora domani» di Paola Cortellesi che assieme ad elementi interessanti, risente forse di una concezione premeditata. Leonardo Salutati osserva che una mentalità atea o indifferente, la quale vuole ignorare la dottrina cristiana, rende, tra l’altro, difficile ogni discussione sul fondamento dell’autorità. Giovanni Campanella richiama l’attenzione su una «Citta di Maria» nella regione del Panujab, in Pakistan, una zona a prevalenza islamica e sikh. Francesco Vermigli riflette sul Concilio di Nicea, nel 1700° anniversario della sua celebrazione, citato nella Bolla di indizione del Giubileo del 2025, che favorì la corretta percezione della salvezza di Cristo, Figlio di Dio. Stefano Tarocchi medita sul rapporto tra Babele e la Pentecoste per constatare che le lingue rimangono diverse ma unite nel dono dello Spirito Santo. Carlo Parenti illustra il Manifesto dei Professionisti della Salute per il superamento delle povertà sanitarie, condiviso dalla Conferenza Episcopale Italiana. Giovanni Pallanti presenta il carteggio tra Giorgio La Pira e Giulio Andreotti a cura dello storico Augusto D’Angelo. Alessandro Clemenzia invita alla lettura del libro di Bruno Forte «La musica e la bellezza di Dio» nel quale si affronta il rapporto tra verità, liturgia, bellezza, Gianni Cioli annota sulla speranza cristiana, al centro della Bolla «Spes non confundit», che per l’Apostolo Paolo è l’attesa delle promesse a cui si è creduto. Francesco Romano con uno scritto del cardinale Carlo Maria Martini fa presente che la Bibbia è il libro dell’identità culturale europea che guarda al futuro. Nella rubrica «Coscienza universitaria» proseguono le notazioni sul rapporto tra attività economica e felicità, anche alla luce degli studi del sacerdote Antonio Genovesi (1713-1769).

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