di Arianna D’Amico · Barcellona, la città degli Erasmus per eccellenza, è una città piena di vita, eventi, feste e una marea di culture diverse. Ad attirare ragazzi e studenti di tutto il mondo è sicuramente questa sua vivacità ed eterogeneità. Dare delle valutazioni su quali siano i luoghi migliori è probabilmente impossibile, poiché i quartieri differiscono tra di loro abbastanza da far pensare di aver cambiato città attraversando la strada, e i gusti personali decidono il resto. Quanto ai miei, di gusti, non ho molti dubbi: per quanto possa essere bello il mare, il quartiere gotico, subito dietro, è diventato il mio posto preferito. È la parte antica della città, piena di vicoletti e piccoli ponti, nel quale si ergono le punte della Cattedrale. E non in molti sanno che a meno di dieci minuti a piedi si trova un’altra chiesa che ha preso il nome di “cattedrale del mare”: Santa Maria del Mar, la chiesa dei marinai, costruita dal popolo e dai bastaixos, che per sua natura si distacca dallo sfarzo delle grandi cattedrali, pur mantenendo il suo fascino.
Una seconda meta religiosa poco considerata dai turisti e degna di nota, per quanto scomoda, è sicuramente il Tibidabo, un’alta collina con una vista sul mare e sulla città, che deve il su nome proprio alla frase tentatrice posta a Gesù: “ti darò tutto ciò che vedi”.
Il cuore artistico di Barcellona, comunque, è sicuramente Gaudì, “l’architetto di Dio”, il quale, dopo aver costruito le sue croci sulle case dei Batlló e dei Milà, alla preoccupazione di chi voleva vedere finita la Sagrada rispondeva semplicemente: “il mio datore di lavoro non ha fretta”. La Sagrada Familia è una chiesa che gioca con le luci, le cui vetrate sono studiate per creare un’atmosfera interna diversa a seconda dell’orario del giorno, mentre le facciate rappresentano la vita di Cristo: Natività, Passione e facciata della Gloria (in costruzione).
Sono riuscita a tornare all’interno della chiesa grazie al Sagratis, un evento che Don Luigi, con la comunità italiana di Barcellona, organizza due volte l’anno: ingressi gratuiti e visita guidata in italiano. Grazie a questo, poi, sono entrata per quei pochi mesi nel gruppo giovani, che tra incontri e cene in pizzeria mi ha accompagnato anche spiritualmente per un po’. In una vita frenetica di una città che non dorme mai, quei momenti sono stati anche un modo per riscoprire l’importanza della calma, della pausa e del respiro, base dell’ascolto, della preghiera e del dialogo con Dio.
Nei miei mesi in Spagna ho poi visto i festeggiamenti per tre grandi feste. San Jordie è una versione primaverile di San Valentino, ma con i libri: il 23 Aprile Casa Batlló si veste di rose rosse e Passeig de Gracia si riempie di mercatini con volumi di ogni sorta, nuovi e usati, che per usanza si regalano tra innamorati insieme alle rose. Poi c’è Santa Eulalia, la patrona, con una festa che dura tre giorni, pieni di eventi ed esibizioni di ogni tipo. Ma a chiudere l’Erasmus sono stati i saluti e le emozioni sotto i fuochi d’artificio della notte di san Juan, tra il 23 e il 24 giugno, sparsi su tutta la spiaggia della Barceloneta.