Aprile 2024
Andrea Drigani invita alla lettura della biografia di Giacomo Matteotti (1885-1924), scritta da Gianpaolo Romanato, nel centenario del suo assassinio. Carlo Parenti relaziona su una conferenza di Patrizia Giunti, docente ordinario di diritto romano all’Università di Firenze, dalla quale emerge che proprio dall’antica Roma inizia il lungo cammino per l’uguaglianza giuridica della donna. Gianni Cioli richiama l’attenzione sulla continuità del magistero pontificio sulla pace a partire da Benedetto XV. Giovanni Campanella da un’intervista all’arcivescovo di Algeri, Jean-Paul Vesco, illustra il ruolo delle donne all’interno della Chiesa algerina, nel contesto territoriale arabo-islamico. Stefano Liccioli presenta il film documentario «Benvenuti in galera» di Michele Rho, che consente di riflettere sul senso della pena e sul reinserimento sociale dei detenuti. Francesco Vermigli ragguaglia su un viaggio in Bangladesh, un paese con una storia complessa, una miscellanea di induismo e islam, con l’esperienza coloniale britannica. Antonio Lovascio affronta la questione della sicurezza dell’attività informatica, nell’ambito statale, che necessita, non di polemiche, bensì di rigorose e specifiche regole. Giovanni Pallanti recensisce il libro-intervista di Massimo Franco al vescovo Sergio Pagano, Prefetto dell’Archivio Apostolico Vaticano. Francesco Romano propone una meditazione pasquale sulle vie dell’anima, per andare verso Cristo, nella fedeltà alla coscienza illuminata da Dio, costruendo un mondo più umano. Leonardo Salutati mostra l’attualità dell’insegnamento sociale dell’Enciclica «Caritas in veritate» a quindici anni dalla sua pubblicazione. Alessandro Clemenzia riporta un intervento del cardinale Victor Manuel Fernandez, Prefetto del Dicastero per la Dottrina della Fede, che auspica la promozione di una teologia per il «popolo» che crei «popolo». Stefano Tarocchi introduce al commento del cardinale Ermenegildo Florit al Vangelo di San Giovanni, recentemente pubblicato. Nella rubrica «Coscienza universitaria» si indica, sul modello della Quaresima il tempo degli esami, non come tempo di attesa, bensì come tempo di preparazione.