Torniamo a riflettere sulla sinodalità …

Nell’ultimo discorso rivolto all’assemblea generale dell’Unione delle Superiore Maggiori d’Italia (13 aprile 2023), il Papa ha recuperato il ruolo della donna nella Chiesa e il significato di sinodalità. Prendendo spunto dal tema della 70a Assemblea Generale dell’USMI, intitolato “In cammino sinodale, donne testimoni del Risorto”, Francesco ha mostrato come le donne siano davvero state le prime testimoni della resurrezione di Gesù, le quali, con coraggio, «si sono lasciate sorprendere e spingere dalla forza e dalla luce del Risorto e si sono messe in cammino per cercarlo. Erano coscienti di quanto è importante avere il Signore vivo nel cuore». La testimonianza, spiega così il Papa, scaturisce dallo stupore della resurrezione: essa non è un evento come gli altri, ma esprime una realtà “altra”, una nuova modalità d’esistenza di Gesù e, dunque, la possibilità di poterlo sempre incontrare. Ciò che muove la testimonianza non è immediatamente la narrazione della propria esperienza di fede, ma il mettersi in cammino per cercare una persona viva che ha ogni giorno qualcosa di nuovo da dire e da dare.

L’invito del Papa alle religiose è stato quello di cercare in ogni momento il Signore e di ascoltare ciò che di nuovo ha da dire, lasciandosi determinare da tale novità. Questo, dunque, è il primo aspetto sottolineato da Francesco in relazione all’evento pasquale: la contemporaneità di Cristo, il fatto cioè che, attraverso la sua resurrezione, egli sia vivo e possa farsi presente nella quotidianità di ciascuno. Ciò è di fondamentale importanza, in quanto mostra che la Chiesa, per vivere della presenza di Cristo, non sia chiamata a tornare indietro nella storia, in quanto è lui stesso a rendersi costantemente presente nell’oggi. E le donne sono coloro che per prime devono continuare a testimoniare questa contemporaneità.

Legato a questo primo aspetto c’è il secondo, vale a dire il cammino sinodale. Francesco lo introduce rivolgendo l’attenzione al passo del Vangelo in cui si afferma che «le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli» (Mt 28,8). Questo correre insieme è il primo effetto dell’incontro con il Maestro, che «non ci chiude in noi stessi, ci spinge verso l’incontro con gli altri e verso la decisione di camminare con gli altri. Queste donne non hanno scelto né di tenere la gioia dell’incontro solo per sé, né di fare il cammino da sole: hanno scelto di camminare insieme agli altri».

È solo dall’incontro con il Risorto e dal mettersi in ascolto dello Spirito Santo che si diventa veri seminatori e seminatrici di speranza, capaci di avere uno sguardo vero e sempre attento alla concretezza della realtà.