«Nova et vetera». Ratzinger: Dio, la teologia, la Chiesa
Offenbarung und Überlieferung, 1965) e che passerà poi nella Dei Verbum.
Una teologia dal sapore platonico. Vi è poi un altro aspetto, che non pare opportuno lasciar passare. Forse attraverso la mediazione di Agostino, suo nume tutelare (chi non ricorda la conchiglia nel suo stemma papale, che richiama il grande di Ippona?) o forse per la ricerca su Bonaventura e la scuola francescana, non v’è dubbio che un altro aspetto della sua teologia è l’ispirazione al pensiero che si direbbe genericamente platonico. In modo particolare, questo accade nella presentazione della corrispondenza tra il Logos, che è la seconda persona della Trinità, l’ordine del cosmo e i logoi, cioè la ragione che abita nei singoli uomini. Forse questa matrice genericamente platonica si deve intendere anche come lo spunto per il recupero della celebre frase di Manuele II Paleologo a Ratisbona nel settembre 2006: «non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio». La ragione trova nel Ratzinger che cita l’imperatore bizantino, il carattere di categoria generalissima che raccoglie Dio, il cosmo e l’uomo.