Migranti liberi di partire, liberi di restare
Abbiamo compreso perché il presidente tunisino Saied (che certo non rispetta i diritti umani: da mesi gli stranieri subsahariani vengono cercati da ronde di poliziotti e cittadini casa per casa a Sfax e in altre città) sia diventato ormai un partner strategico per Roma e Bruxelles. Lo è anche per ragioni geopolitiche, per l’approvvigionamento di energie alternative, il turismo e gli scambi economici e culturali. Inoltre non va dimenticato che in Tunisia hanno sede 900 aziende italiane e ci sono legami storici importanti. Ma tutto ciò non può avvenire sulla pelle di migranti disperati. Per questo realisticamente ci chiediamo se chi governa il Paese magrebino possa fare concretamente qualcosa in più per contrastare i trafficanti e salvare vite umane, se gli si raddoppiano i finanziamenti (ha già ricevuto 55 milioni di euro dall’Ue dal 2017 al 2020 ) per fermare i flussi dall’Africa.