Matteo Ricci e la controversia sui riti. Fede cristiana e religione civile
di Francesco Vermigli · Nei giorni immediatamente precedenti a Natale è passata in sordina una notizia di notevole rilevanza: il decreto promulgato il 17 dicembre scorso, con il quale papa Francesco ha dichiarato venerabile il notissimo missionario gesuita Matteo Ricci. Prendiamo spunto da questo fatto, per recuperare in breve la sua vicenda e provare a tracciare qualche considerazione su come la fede cristiana si collochi nei singoli contesti storici e religiosi.
Tuttavia, la vicenda di Matteo Ricci appare di grandissimo interesse anche per l’attualità della fede cristiana. Per quanto la cosiddetta “controversia sui riti cinesi” formalmente esploda solo in seguito alla morte di Ricci, essa si trova racchiusa in nuce nella sua stessa vita. E la questione è a dir poco rilevante per il rapporto tra la fede cristiane e le culture umane.
La questione è capitale si diceva. Se la fede cristiana si incontra con religioni tradizionali che hanno subito una forma di “civilizzazione”, essa saprà inserirsi con maggiore facilità nel contesto in cui opera la missione, senza richiedere strappi in vista della conversione. Ma se essa si incontra con riti che mantengono la propria caratura religiosa, allora essa sarà spinta a sottoporre a giudizio tale religiosità e a verificarne la sua compatibilità con la fede cristiana. Ci pare che queste considerazioni abbiano non poca rilevanza anche per l’attuale contesto pluralistico in cui si trova inevitabilmente a operare il cristianesimo oggi.