Incalzare la Cina: sfida per un Nuovo Ordine Mondiale
di Antonio Lovascio · Per i suoi dieci anni di pontificato, papa Francesco ha chiesto il dono della pace. È felice di andare in Ucraina, ma solo se può essere accolto anche in Russia. Chiede che cessino le armi assassine in ogni parte di questo nostro povero mondo, drammaticamente bello e tormentato. Bergoglio non manca di ricordare che oggi “si può parlare ormai di una terza guerra mondiale” vista l’estensione dei conflitti sul pianeta e le ricadute pure dove non si combatte. E non perde occasione per incoraggiare “un impegno coeso per la pace”, pur rendendosi conto che è una sfida “molto complessa” soprattutto per i Paesi dell’Unione Europea “coinvolti in molteplici alleanze, interessi, strategie, una serie di forze che è difficile far convergere in un unico progetto”. Complessa perché si tratta di disegnare un Nuovo Ordine Mondiale, con diversi protagonisti. Bisogna soprattutto fare i conti con la Cina, superando anche le motivate preoccupazioni per le indubbie ambiguità che Xi Jnping ha mostrato nel suo recente viaggio a Mosca. Putin, dopo il mandato di arresto per crimini di guerra spiccato dalla Corte penale internazionale dell’Aja a nome di 123 Stati, appare sicuramente indebolito e Pechino è l’unico in grado di esercitare pressioni sul Capo del Cremlino per convincerlo ad un “cessate il fuoco” e ad aprire spiragli di dialogo con Zelensky, gli Usa e l’Europa.
Del resto l’iniziativa cinese si inserisce in spazi lasciati vuoti dagli occidentali. C’è oggi una evidente debolezza in Medio Oriente (cui contribuisce anche la spericolata politica di Netanyahu). Non è la prima volta che accade, non (solo) per gli errori di qualcuno ma (soprattutto) perché né l’Occidente nel suo complesso, né tantomeno gli Usa da soli, possono più ambire a una leadership globale. Hanno un ruolo ancora molto importante, ma farebbero del male a sé stessi rifiutando spazi di iniziativa comune o avventurandosi in una nuova guerra fredda.