Il Patriarcato di Costantinopoli e la «cattolicità»
di Andrea Drigani · Il 3 maggio il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo riceve, a Firenze, il Dottorato «honoris causa» in Teologia conferito dalla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale.
Su tale avvenimento ritorneremo sul prossimo numero di questa Rivista, nel frattempo possiamo svolgere alcune considerazioni sulla Sede patriarcale di Costantinopoli e sul ruolo dei Patriarchi alla luce del «Codex canonum ecclesiarum orientalium» (CCEO) promulgato da San Giovanni Paolo II con la Costituzione Apostolica «Sacri canones» del 18 ottobre 1990.
Nella predetta Costituzione Apostolica, San Giovanni Paolo II ribadiva, tra l’altro, che non si deve dimenticare che le Chiese orientali che non sono ancora nella piena comunione con la Chiesa cattolica, sono regolate dal medesimo e fondamentalmente unico patrimonio della disciplina canonica, cioè dai «sacri canoni» dei primi secoli della Chiesa.
Riguardo alla sede patriarcale di Costantinopoli, il can. 59 § 2 del CCEO stabilisce l’ordine di precedenza tra le antiche Sedi patriarcali delle Chiese orientali: in primo luogo viene la Sede Costantinopolitana, dopo di essa quella Alessandrina, poi l’Antiochena e infine quella Gerosolimitana.
Al § 3 del can. 59 del CCEO si precisa che la precedenza tra tutti gli altri Patriarchi delle Chiese orientali è ordinata secondo l’antichità della Sede patriarcale.
Per suprema autorità della Chiesa s’intende il Romano Pontefice e il Collegio dei Vescovi, di cui è capo il Romano Pontefice, al quale spetta l’approvazione, la conferma e l’ordine di promulgare i decreti dei Concili Ecumenici.
I Patriarcati orientali in piena comunione con la Chiesa cattolica sono: Alessandria dei Copti, Antiochia dei Siri, Antiochia dei Greco-Melkiti, Antiochia dei Maroniti, Baghdad dei Caldei, Cilicia degli Armeni.
Le Chiese patriarcali orientali cattoliche, godono di autonomia nell’ambito delle leggi e delle legittime consuetudini della Chiesa universale, nonché delle leggi e delle consuetudini comuni a tutte le Chiese orientali presenti o richiamate dal CCEO.
Ben diversa è l’«autocefalia» delle Chiese ortodosse che, pur mantenendo una qualche forma di comunione dottrinale e spirituale, si governano da sole in piena indipendenza, senza la benchè minima ingerenza del Patriarca di Costantinopoli o delle altre Chiese.
In tale contesto giuridico tutti gli eventuali contrasti e controversie non trovano una soluzione giurisdizionale.
E’ dal 2019 che vi è uno scisma tra il Patriarcato di Costantinopoli e il Patriarcato di Mosca che ha provocato e continua a provocare una gravissima frattura all’interno dell’Ortodossia, nella quale si è inserita l’invasione russa dell’Ucraina (vedi).