Il Natale, per i «professori» dell’Università Europea, offende l’inclusione e va rinominato.
di Carlo parenti · In questi giorni torna di grande attualità un libro del compianto storico dell’economia Carlo M. Cipolla: Le leggi fondamentali della stupidità umana (ed. Il Mulino), uscito in inglese nel 1976 e poi più volte ristampato in almeno tredici lingue, italiano compreso (1988). L’autore elabora una scherzosa teoria generale sulla stupidità umana, che vede gli stupidi come un gruppo di gran lunga più potente delle maggiori organizzazioni come le mafie o le lobby, ancorché privo di una qualsivoglia struttura e gerarchia.
Riprendo da Wikipedia le cinque leggi fondamentali enunciate nel volume:
Corollario: lo stupido è più pericoloso del bandito.
Ebbene, credo che la dimostrazione empirica della validità universale della teoria di Cipolla ci venga offerta da una proposta che è in discussione presso l’European University Institute (EUI) – Istituto Universitario Europeo, che dovrebbe istituzionalmente essere [uso il termine dovrebbe per un mio dubbio] un’istituzione accademica di eccellenza unica nel suo genere, fondata nel 1972 dagli Stati membri della Comunità Europea. La missione principale dell’Istituto è quella di promuovere la ricerca e gli studi dottorali e post-dottorali nell’ambito delle scienze sociali.
Si legge nel suo sito (vedi): L’Istituto rappresenta un unicum nel panorama accademico mondiale. Grazie al suo ambiente distintamente internazionale, l’EUI offre una preparazione accademica di altissimo livello, arricchisce l’esperienza intellettuale ed umana, e fornisce opportunità eccezionali per ricercatori, professori e fellows, oltrepassando discipline, confini geografici e linguistici. L’ Istituto vanta tra i suoi ex alumni alcuni tra più importanti esperti internazionali nell’ambito delle scienze sociali.
Al politicamente corretto l’Istituto europeo è attento, con una prorettrice che si occupa di uguaglianza, diversità e inclusione. Ma l’idea di rinominare il Natale ha sollevato un’ondata di proteste di cui numerosi organi di stampa hanno dato voce.
Infine, ricordo che per Romano Guardini, l’Europa -e aggiungo anche con la sua università -dovrebbe concepire se stessa ricorrendo al senso aristotelico del termine, come una “entelechia”, cioè un’entità che coincide e si identifica con il proprio destino, cioè in sé orientata, destinata dalle sue origini, dalla storia, dalla cultura, dalla spiritualità che ha sviluppato nella sua millenaria vicenda ad essere un punto di riferimento, un faro di civiltà e di pace. E segnalo che alla Badia Fiesolana operava Ernesto Balducci per il quale si debbono sempre superare ragioni unilaterali che alimentano il conflitto e accogliere la ragione comune su cui basare la fraterna convivenza. A tacere dell’insegnamento di Francesco sulla fratellanza umana. Non è confondendo tutto in una indistinta melassa che si cresce, ma la pluralità deve sempre essere rispettata come ricchezza. Ciascuno ha diritto ad una autonoma presenza e ad una responsabilità di incontro. Solo con sponde ben identificabili e robuste si possono costruire i ponti della pace cari al professor La Pira.