I Super ricchi del mondo sono egoisti, inquinano e non pagano le tasse.
di Carlo Parenti · È abbastanza noto che gli uomini più ricchi degli Stati Uniti e del mondo, pagano tasse fra le più basse possibili. Multimiliardari come Warren Buffett di Berkshire Hathaway, il fondatore di Amazon Jeff Bezos, il fondatore di Tesla Elon Musk corrispondono tasse bassissime. Alcuni, per un po’ di anni, hanno potuto arrivare a una aliquota pari a zero dell’imposta sulle persone fisiche. Proprio Buffet chiese di poter pagare più tasse della sua segretaria.
Oggi si apprende, secondo un rapporto appena pubblicato realizzato da Oxfam, The Guardian e lo Stockholm Environment Institute, che l’1% più ricco dell’umanità inquina quanto il 66% più povero.
vedi) esce a pochi giorni dall’inizio della Cop28 sul clima di Dubai (vedi). Cioè, il vertice annuale delle Nazioni Unite, in programma dal 30 novembre al 12 dicembre, che si pone l’obiettivo di affrontare le sfide sempre più evidenti legate alla crisi climatica. Papa Francesco ha annunziato la sua presenza. Ne parleremo nel prossimo numero di questa rivista.
Lo studio dimostra inoltre che 77 milioni di persone, tra cui i miliardari, hanno prodotto il 16% di tutte le emissioni di CO2 nel 2019. Una quantità di sostanze inquinanti in grado di causare più di un milione di morti in più a causa del caldo.
L’indagine, intitolata The Great Carbon Divide, ha esaminato le cause e le conseguenze della disuguaglianza dell’immissione del carbonio nell’atmosfera e l’impatto sproporzionato provocato da quella che è definita. La giustizia climatica sarà in cima all’agenda del vertice sul clima delle Nazioni Unite Cop28 di questo mese negli Emirati Arabi Uniti.
Secondo gli scienziati impegnati in quella che è una delle ricerche più dettagliate mai condotte in materia nel periodo andato dal 1990 al 2019, le emissioni accumulate dell’1% sono da considerarsi in grado di distruggere i raccolti dell’anno scorso di mais europeo, grano statunitense, riso del Bangladesh e soia cinese.
Il rapporto rileva che ci vorrebbero circa 1.500 anni affinché il 99% più povero della popolazione sia in grado di produrre tanto carbonio quanto fanno i miliardari più ricchi in un anno.
Già nel 2022 Oxfam ripotrò che In media in un anno gli investimenti di ciascuno di questi super ricchi in settori economici inquinanti “producono” una quantità di emissioni 1 milione di volte superiore rispetto a quella di un qualunque cittadino collocato nel 90% più povero della popolazione mondiale: il rapporto è di 3 milioni di tonnellate (1), contro 2,76 tonnellate di CO2 pro-capite in un anno.
Ma non finisce qui. “Non ci sono più i ricchi di una volta” – scrive Elena Tebano sul Corriere.it ( Perché i super ricchi sono diventati più avari ed è un problema per tutti- Corriere.it )- “ed è un problema per tutti. Perché tradizionalmente i più ricchi sapevano che la loro ricchezza era un privilegio mal visto e nei periodi più difficili erano disposti a rendere qualcosa alle società in cui vivevano, per pareggiare almeno in parte i conti. Oggi non è più così e il rischio è la destabilizzazione della società contemporanea. È la tesi di un editoriale del New York Times pubblicato il 19 novembre u.s. dall’italiano Guido Alfani”.
) e oggi il nostro Paese è uno dei più diseguali dell’Ocse: «In termini di disuguaglianza il nostro paese occupa la terza posizione, dopo Stati Uniti e Spagna. La Germania, la Francia e la maggior parte degli altri Paesi europei presentano indici di Gini inferiori del 10-20 per cento rispetto all’Italia» spiegano i due economisti.
La Caritas sul tema il presentato il 17 novembre u.s. il proprio rapporto 2023, di ben 193 pagine, con un titolo emblematico : “Tutto da perdere” (vedi).
Prosegue poi: “L’ Italia risulta essere il Paese in Europa in cui la trasmissione inter-generazionale delle condizioni di vita sfavorevoli risulta più intensa. Chi nasce povero molto probabilmente lo rimarrà anche da adulto. Questo costituisce un’alterazione dei principi di uguaglianza su cui si fondano le nostre democrazie occidentali. Rispetto a questo punto perde anche la nostra Costituzione repubblicana, e in particolare l’articolo 3, che continua a restare inapplicato”.
Inoltre: “Oggi in Europa vivono in una condizione di rischio povertà e/o esclusione sociale oltre 95 milioni di persone, il 21,8% della popolazione (nel pre-pandemia l’incidenza si attestava al 20,7%). In Italia l’indicatore raggiunge il 24,4% per un totale di 14 milioni 304mila persone a rischio”.
Ricordo infine che Per la VII Giornata mondiale dei poveri il Papa – ideatore della ricorrenza- domenica 19 novembre 2023 ( Il pranzo di papa Francesco con i poveri in Aula Paolo VI (avvenire.it) ) ha celebrato la Messa in San Pietro ( da leggere l’omelia : vedi ) e poi ha partecipato al pranzo con 1.200 senza fissa dimora. La Giornata mondiale dei poveri ha come riferimento e come titolo un versetto del libro di Tobia: «Non distogliere lo sguardo dal povero» (Tb 4,7).