La «soddisfazione» nel Sacramento della Penitenza. Gli insegnamenti di San Giovanni Paolo II e di Sant’Antonino Pierozzi.

di Gianni Cioli · Mi è capitato, in più di un’occasione, di trovarmi di fronte alla domanda relativa ai criteri che, nell’ambito del sacramento della riconciliazione, i confessori dovrebbero seguire per assegnare la penitenza più adeguata.

Si tratta di considerazioni, a mio avviso, del tutto valide anche per il nostro tempo e che ci fanno comprendere come la penitenza affidata dal confessore al penitente dovrebbe innestarsi in una disposizione del cristiano alla penitenza in quanto virtù, cioè a uno stile di vita permanentemente e sinceramente orientato alla conversione, per scongiurare il rischio di ridurre la confessione a un autoinganno o, magari, a un sollievo psicologico, a un rimedio, insomma, meramente sintomatico che, pur risultando formalmente una celebrazione valida, non perviene alla radice del problema.
Tornando alla questione specifica di una «soddisfazione» congrua ai peccati confessati, e a come si regolino i confessori in merito, direi che purtroppo non sempre è facile per il confessore individuare la penitenza oggettivamente congrua ai peccati e, al tempo stesso, non troppo gravosa e scoraggiante per il penitente. Così, forse, ci si riduce spesso a formule di preghiera standard, per non sbagliare. Una possibile via per far fronte a questo problema la suggerivo, già qualche tempo fa, dalle pagine del settimanale Toscana oggi, quando scrivevo che «il confessore e il penitente potrebbero cercare insieme la giusta penitenza, ovvero potrebbero mettere a fuoco nel dialogo l’itinerario personale più adeguato a un’autentica, piena conversione e il gesto che più realisticamente lo possa esprimere tenendo conto della storia del penitente e delle sue reali forze morali. Sarebbe importante, alla fine di ogni confessione individuare una meta raggiungibile, una via percorribile che conduca alla meta e i mezzi disponibili e più concretamente utili per affrontare la via» (https://www.toscanaoggi.it/Rubriche/Risponde-il-teologo/Qual-e-il-criterio-con-cui-il-confessore-assegna-la-penitenza).